Il gelato del mondo di mezzo

“Il gelato del mondo di mezzo”, un nome che rende evidente al cliente che, quello che sta per provare, è un gusto a metà tra leggenda e realtà. Simona e Giovanni, sono l’anima di questo brand.
Un Avventura con la A maiuscola. E’ un buon gelato il loro, almeno a sentire la clientela affezionata che, sentendoci parlare di gelato, si avvicina e dichiara: “Questo è il gelato più buono che io abbia mai assaggiato”.
Un commento affettuoso che viene dal cuore. Certamente dettato dal palato che assapora una generosa coppetta tenuta tra le mani, in una calda giornata di Agosto.
Dai gusti classici come Fior di latte, Nocciola e Pistacchio, a quelli più elaborati, Tiramisù, Torta di mele, Pan dei morti, Tè verde e frutta.
Una linea di sorbetti nutraceutici realizzati con centrifugati e frullati di frutta e verdura. Gelati gastronomici. tra cui troviamo peperoni, gorgonzola con pere caramellate e noci, cipolla di Tropea oppure carciofo.
Da quì la curiosità di capire la genesi di questo laboratorio, argomento di cui abbiamo parlato con Giovanni.
Ciao Giovanni, mi racconti, in breve, la vostra storia? Cosa ci fanno dei ricercatori del settore chimico-farmaceutico nel mondo del gelato?
Be’, il nostro Cupido è stato l’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, mi sembra che questo già dica tutto… Entrambi abbiamo lavorato nel settore per più o meno venticinque anni.
Contemporaneamente però, siamo sempre stati appassionati di cucina, di buon cibo e di sana alimentazione, tant’è che avevamo anche qualche precedente come titolari di corsi monotematici di cucina, per ristretti gruppi di persone.
Sei anni fa la grande decisione: prima Simona a Usmate e a seguire anch’io con l’apertura della seconda gelateria a Monza. Perché il mondo del gelato? Sicuramente perché è quello che più si avvicina alle nostre competenze e il più vicino alle nostre inclinazioni.
Cos’è il gelato per voi?
Il gelato è un alimento salutare e completo al punto che può sostituire un pasto, è fruibile nell’immediato, regala gratificazione, è a basso costo… un momento di svago e di nutrizione sana.
Fare il gelato artigianalmente è davvero molto complesso, si tratta di partire da materie prime, costruire una ricetta, bilanciando i nutrienti in modo da ricavare un risultato ben preciso, che nel caso del gelato, secondo me, è magico ed è il frutto di un lavoro artigianale ed unico… non è uguale nemmeno da un giorno all’altro.
Vuoi mettere? Assaporare un gusto, la storia che c’è dietro…
A questo proposito, la coppa della Regina (omaggio alla regina Teodolinda), come nasce?
Questo è un “gelato storico”, presentato a Monza in occasione della XXXVIII edizione della Rievocazione Storica ed è frutto di alcune ricerche sulle usanze del popolo longobardo attraverso le quali ho scoperto che usavano finire pranzi e cene con una sorta di mousse di mosto d’uva arricchito, in base alla classe sociale, con frutta secca e spezie.
Da qui la “nostra” dedica, a questa regina, con un gusto composto da mosto d’uva con una punta di cannella, fichi secchi e noci. A dire la verità, non è l’unico caso in cui ho applicato questo metodo per creare una nuova ricetta.
Il gusto del mese di agosto è “Melanzane e Cioccolato”, ispirato ad una torta campana, in voga nel XIV secolo, della quale è venuta a conoscenza mia moglie durante le sue ricerche sugli ingredienti di cucina più particolari e che mi ha proposto di tradurre in gelato.
E così, in modo del tutto naturale, tornando a parlare della grande passione
per la ricerca, si chiude il cerchio e la chiacchierata a “Il Mondo di Mezzo”.